lunedì 8 aprile 2013

IN CASA...A TORINO


Ci si sente a casa a Torino. Non tanto perché Torino è casa mia, "Oltre ad essere la mia città, Torino è anche la mia casa" (Giuseppe Culicchia), ma perché sembra possa essere la casa di tutti. A Torino risiedono infatti persone di tutto il mondo, sono qui rappresentate tutte le regioni italiane e quasi tutte le nazioni mondiali; gli stranieri sono il 15% della popolazione residente (133.869 persone tra i 906.874 residenti nel 2011). I marocchini sono ventimila, solo i residenti che non hanno ancora ottenuto la cittadinanza. Altri 2500 sono quelli già italiani e chissà quanti altri ce ne sono che non sono ancora ufficialmente residenti... Praticamente una città nella città ed è per questo che Torino è tra l'altro la Capitale dei marocchini d'Italia. Essi risiedono preferibilmente nella parte nord, Barriera di Milano, Aurora, con Porta Palazzo, Borgata Vittoria e Madonna di Campagna... Si disperdono poi in tutta la città ma in percentuali decisamente minori. Ed è dunque nella parte nord della città che si può vivere un'esperienza di Marocco: cultura, lingua, incontri, gusti, colori... nel cuore di Torino.
Torino è Casablanca, il mio libro edito da Ananke nell'ottobre del 2012, parla proprio di questo e il mio blog Il Maghreb a Torino vuole aprire il libro a tanti aggiornamenti, informazioni ulteriori, scambi...

Benvenuti dunque a Casablanca, benvenuti a Torino!

PS: una breve nota sui commenti dei visitatori del blog. Affinché siano pubblicati non devono essere anonimi e dovrebbero, per quanto possibile, essere comprensibili! E' un luogo pubblico e per questo è importante la chiarezza. 
Grazie! ;-)
Il blog è costruito come se fosse un sito: l'intento è quello di informare sulla realtà marocchina a Torino e in Italia, aprire orizzonti e fornire elementi a sostegno di chi desidera una società inclusiva e aperta. Ovviamente il progetto non ha fini di lucro e non ha costi, salvo il tempo dedicato.

EVENTI





Moschee aperte a Torino: 11 giugno 2017

Un evento riuscito


Tante moschee hanno aperto le porte (non che fossero chiuse, prima!) ai vicini e ai cittadini torinesi curiosi di scoprire come vivono i loro concittadini islamici la propria religione in città. L'afflusso è stato importante, al Centro Taiba di via Chivasso forse in mille, alla Moschea della Pace a Porta Palazzo almeno trecento persone... L'iniziativa era in tutta la città, praticamente in quasi tutti i centri islamici, dalla Moschea Mohammed VI vicina a Piazza Bengasi, alla Mekka di Barriera di Milano.
Le domande che i visitatori hanno rivolto agli imam o ai giovani impegnati nel movimento dei Giovani musulmani purtroppo vertevano principalmente sulla violenza, come se fosse il dato saliente di una religione tra le più importanti al mondo e da vari anni anche in Italia. 
Per fortuna, la festa che è seguita, così come le equilibrate risposte dei nostri concittadini musulmani, hanno aperto una finestra inconsueta sulla possibilità di vivere serenamente la nostra città nelle diversità di opinione, religione, cultura...
Consumando insieme l'IFTAR, la colazione che interrompe il digiuno del Ramadan, musulmani e non musulmani torinesi hanno sperimentato una bellissima, allegra, quasi spensierata convivenza. Quella che poi, ogni giorno viviamo naturalmente, senza neppure rendercene conto.

Ecco alcune foto della Festa di Corso Giulio Cesare 6, Moschea della Pace, associazione AFAQ!

Djamalfna a Torino, corso Giulio Cesare Moschea della Pace


domenica 7 aprile 2013

Torino è Casablanca

Il mio ultimo libro: Torino è Casablanca, ed. ANANKE Torino 2012

Torino, città accogliente? Il 15% dei residenti in città sono stranieri.
In particolare, la comunità marocchina di Torino è la prima d'Italia.
Come vivono, cosa pensano questi torinesi nati nel Regno del Marocco?
Com'è cambiata la città nell'incontro con la cultura araba e berbera?
Emanuele Maspoli offre ai lettori un affresco della Torino marocchina. Si potrà dunque visitare il capoluogo piemontese con uno sguardo particolare e intravvedere, nel racconto dei marocchini torinesi, il possibile futuro della città intera. Una città dove bere un tè alla menta o il caffè d'orzo è la stessa cosa, dove mangiare carne halal e pregare in moschea è normale. Una città che nel suo cuore pulsante, Porta Palazzo, s'apre al mondo intero.

Il libro è disponibile al prezzo scontato di 10,00 euro durante le passeggiate nella Torino marocchina organizzate dall'associazione Bizzeffe e da Portamiapalazzo. Potete anche chiederlo al Bed and breakfast Casablanca di via Carlo Noè 4 a Torino.

RISTORANTI E GASTRONOMIE


Nonostante la comunità marocchina di Torino sia radicata e numerosa, non è facile trovare buoni ristoranti marocchini in città, mentre molto diffusa è l'offerta di piatti tradizionali nei numerosi kebab e gastronomie sparsi un po' in tutto il territorio. 

In periodo di Ramadan sono proprio queste gastronomie ad offrire ottime 'colazioni' di rottura del digiuno che possono trasformarsi in appetitose cene molto nutrienti e gustose: harira, msmen, datteri e uova, shebakia, bat-but e baghrir, pesce fritto e frullati di frutta, tè alla menta.... 

NOSTALGIA

La selezione che proponiamo qui di seguito è purtroppo soggetta a repentini cambiamenti. 
Così succede che a Torino il miglior ristorante e la migliore gastronomia marocchini siano state sostituite da gestioni senegalesi...
E' quanto successo alla Gastronomia di Fatima a San Salvario, quartiere ancora piuttosto difficile di Torino, dove però ha preso piede da tempo una vita serale e notturna orientata anche all''etnico', ma soprattutto all'alcolico... Accanto alla sinagoga un po' discosta dalla movida del quartiere fino a qualche mese fa c'era appunto Fatima con la buonissima Gastronomia Casa Vostra di via Sant'Anselmo 9/F: ha ceduto l'attività ed ora la signora bidawyya (di Casablanca) lavora in una panetteria. Attendiamo comunque  fiduciosi che riapra una gastronomia o ristorante! Ci mancano moltissimo le sue cene a buffet con quanto di meglio può offrire la cucina marocchina, con un'attenzione particolare (e inconsueta) alle verdure!

Ma non è finita qui: il problema sembra persistere e così pure l'unico vero ristorante con ambiente completamente marocchino e una delle cucine più curate della città ha ceduto ad una simpatica signora senegalese, che pur continua ad offrire ancora cucina marocchina e insieme senegalese.
La bella sala del Marrakech
Al Ristorante Marrakech (0110688678) di via Montanaro 27 angolo via Feletto, nel cuore africano di Barriera di Milano sentiamo moltissimo la mancanza dei deliziosi coniugi Fatiha e Ahmed, dei gustosi piatti tradizionali preparati al momento per cui era necessario armarsi di pazienza, ma non era difficile, nella quiete accogliente del loro bellissimo ristorante... Ci mancherà il loro Za3luk, di melanzane, carote, zucchine o verza, insieme al Msmn (pane frittella) farcito di patata o verdure miste. E ancora non sappiamo come fare a meno della fantastica Pastela di pesce (Bstila dial Hud), la leggerissima sfoglia ripiena, tradizionalmente di carne di piccione o più modernamente di pollo. E sognamo ancora l'ottima pasticceria della casa: le Shebbakia o i Ka3b l-Ghazel, i corni di gazzella di pasta di mandorle...
Per fortuna da pochi giorni c'è però un nuovo ristorante marocchino in zona Centro-Porta Palazzo, corso XI febbraio 6/b: è l'Arabo Mogador, di Yassine, Abdrahim e Lamia ed offre tutte le specialità marocchine in un'atmosfera semplice e accogliente, con l'estrema gentilezza e ospitalità tipiche della cultura marocchina.


sabato 6 aprile 2013

SHISHA'S CAFE'

Il narghilè è una pipa ad acqua, che consente al fumo di raffreddarsi prima di giungere alla bocca del fumatore. Viene più frequentemente chiamato šīša  o shisha, termine adottato in gran parte dei paesi arabi. Il fumo è prodotto da un insieme di foglie di tabacco impregnato di melassa che è tenuto sotto un foglietto di alluminio opportunamente forato su cui è poggiata una brace di carbone. Quando il fumo viene aspirato risulta essere quindi relativamente più fresco e vagamente depurato. Esistono altre alternative, ad esempio degli speciali minerali in grado di assorbire la melassa da utilizzare come alternativa al tabacco, quindi senza nicotina.


Il narghilè si sta diffondendo rapidamente in tutto il mondo e a Torino in particolare aprono spesso nuovi locali dove è possibile sosrseggiare del buon tè fumando soli o meglio in compagnia la shisha.

venerdì 5 aprile 2013

IL PANE A TORINO SI CHIAMA KHUBZ


Come ogni Ramadan le pazienti e tenaci Donne del pane invadono pacificamente Porta Palazzo.


LE DONNE DEL PANE

Durante il mattino di mercato, lo stesso s'apre agli acquirenti con drappelli di donne armate di carrello e banchetto improvvisato, carico di pane normalissimo, pagnotte del tipo tartaruga, ma anche più invitanti pani tipici, Msmen, Baghrir, Bat But e pane arabo in genere. Si mescolano ai signori della menta, lungo corso Regina Margherita e aprono allegramente il già vivacissimo mercato di frutta e verdura.
Ma questo avviene tutti i giorni di tutti i mesi dell'anno e solo a volte capita di vedere spazi desolatamente vuoti per il passaggio di qualche rappresentante di forze dell'ordine che non gradisce la loro presenza.
Ramadan 2014 nel primo pomeriggio a Porta Palazzo quando il mercato è già finito...
Il mese del Ramadan è invece speciale: anche dopo il mercato e fino a tardi, quasi fino all'ultimo minuto prima dell'Iftar, la colazione dopo il tramonto, le Donne del Pane si sistemano lungo il primo tratto di corso Giulio Cesare alla fine di Piazza della Repubblica e inscenano un ordinato mercatino.

Non si vieta la vita...
Qualcuna di loro è proprio brava, bisogna certamente provare uno dei loro pani! E se poi si ha proprio voglia d'mmergersi in questo Marocco torinese, c'è anche il venditore di Lben fatto con il miglior latte di fattoria...
Torino Khouribga, siamo in Italia, un'Italia che cambia e s'apre al mondo, anche così.
Porta Palazzo, un pomeriggio di Ramadan  (2013)

 

giovedì 4 aprile 2013

INCONTRI DI CULTURE

Ramadan 2019

Preghiera al Parco Dora per almeno 20.000 musulmani piemontesi

Si è concluso con la Festa di oggi, 4 giugno, il mese di Ramadan per i tanti musulmani torinesi e piemontesi: straordinaria la partecipazione alla preghiera pubblica in parco Dora. 
Importante il discorso dell'assessore del Comune di Torino Marco Giusta all'apertura della preghiera, con il richiamo alla necessità di rivedere il diritto di cittadinanza in favore dello Ius Soli.






martedì 2 aprile 2013

SUQ

Il suq dell'ex-Scalo Vanchiglia

L'ingresso è a lato del cimitero: si nota soltanto per il gran fermento, la gente che vi si dirige, residenti di Torino italiani e stranieri, moltissimi i marocchini, che sono tra i più convinti animatori di questo mercato informale trasformato in un mercato regolare domenicale, una sorta di mercato delle pulci dei poveri, che vive nonostante le polemiche, trasferito da dov'era nato con naturalezza a Porta Palazzo, la porta di Torino e di ogni commercio, relegato ora da parecchio tempo (un anno e mezzo?) qui in questa spianata abbandonata chiusa da recinti e muraglioni in zona cimitero, lungo corso Novara, ma pronto a trasferirsi di nuovo? Diventare itinerante? Per fortuna pare sia stato scongiurato il trasferimento in un enorme capannone industriale dismesso e malmesso, dove probabilmente ci sarebbe stato anche pericolo di materiali inquinanti e tossici... Almeno fino al 30 settembre sarà ancora qui, all'Ex Scalo Vanchiglia, frequentatissimo, vivace, un'immersione in un altro mondo. Persino in pieno fine settimana di Ferragosto, domenica 16 agosto, risulta affollato, di banchi più o meno improvvisati e di clienti, moltissimi gli italiani, i marocchini e altri stranieri torinesi, evidentemente non andati in ferie e qui per una passeggiata domenicale, magari con tutta la famiglia....


E' comunque una bella alternativa al Centro commerciale e questa domenica c'è anche l'aria consizionata!
All'entrata un piccolo tavolino di chi controlla il mercato, la cooperativa incaricata dal Comune di far pagare il costo per lo spazio: due simpatiche signore in atteggiamento disponibile e pare tutto scorra liscio, anche se qualcuno si lamenta di dover attendere il promeriggio per poter sbaraccare ed uscire col furgone parcheggiato all'interno. 
Menta fresca, carne alla brace, panini e bibite, persino il leben di latte di fattoria venduto già sul corso in bottiglie riciclate di plastica... 
Finalmente la spianata di merce, in alcuni casi ben ordinata con l'ausilio di tavoli e gazebo, in altri un po' improvvisata e buttata sul pavimento, su larghi teloni a rettangoli che invadono il vasto appezzamento, assolato. Qualche pozzanghera della pioggia venuta stanotte e ieri, ma si può camminare agevolmente tra le mille merci, per lo più recuperate dall'immondizzia:  chi sa trovare un tesoro lo può fare anche qui. C'è chi monta di buon mattino il suo banco e poi a metà mattinata lo vende per qualche decina di euro ad un ipotetico venditore ritardatario, che continui il mercato al posto suo. Perché nella vita ci si arrangia, anche così.
Si può trovare davvero di tutto e rifocillarsi con sapori maghrebini, passando un'ora diversa in città, ma sentendosi altrove, in un luogo che potrebbe essere ovunque, ma non qui, ed eppure è proprio nella tua città, a due passi da casa e ti fa sentire in uno dei tanti mercati di città lontanissime, in Turchia, India, Marocco... Il tuo viaggio di Ferragosto, senza spese di trasferimento è qui garantito e il fresco portato dalle piogge di mezza estate consentono di goderti la mattinata. 
Ovviamente a tanti fa schifo questo mercato dei 'mentecatti' e vorrebbero cancellarlo dall'immaginario torinese. Ci sono già riusciti relegandolo in questo spazio desolato e nascosto, ma non gli basta. I poveri non devono farsi notare: la cosiddetta crisi, che poi è una faccia dell'economia imperante, ci rende più poveri e il 'benpensante' prima di rendersi conto di quanto ormai lui stesso sia diventato povero, scaccia così il fantasma e cerca di liberarsi del marchio, inaccettabile, scacciando chi gli pare più povero. Vedremo come andrà avanti questa storia.
E nel frattempo chi saprà arrangiarsi, continuerà a farlo, negli spazi consentiti e altrove.







RICETTE

Rfissa

Per la Notte del Destino o Laylat al Qadr la tradizione in Marocco prevede che si cucini la prelibata Rfissa, un piatto molto nutriente e gustoso a base di msmen o il simile rghayef, pollo e lenticchie. 
Ecco la ricetta!

DAR...IJA

Dagli e ridagli...Darija!

Riprende il 17 ottobre prossimo il corso di Darija dell'ASAI 

Prof. Abdellah Gargati

MODULI di 15 ore.
base e intermedio
  
10 ore di lezione in classe + 2 pomeriggi di pratica a Porta Palazzo, nel Marocco torinese!

Contributo di partecipazione: euro 40 (30 per soci e volontari ASAI)

1° modulo: dal 17 ottobre al 19 dicembre 2014.
2° modulo: da gennaio a marzo 2015.

3° modulo: da marzo a giugno 2015.
 

Per informazioni:
Fabrizio: fabrizio.maniscalco@asai.it

Emanuele: 338-4707839
 

Il corso si svolgerà nella sede ASAI - Cantiere S.O.S. di Via Genè 12 (zona Porta Palazzo) tutti i VENERDÌ
Ore 18.45-19.45 Corso BASE (per i principianti)
Ore 20-21 Corso INTERMEDIO (per chi già mastica un po' di arabo e marocchino, per chi ha già frequentato nel 2013/14)



L'arabo marocchino in casa tua.

L'arabo dialettale marocchino è la terza lingua a Torino e può davvero rivelarsi molto utile saper dire qualcosa e iniziare a masticare un po' d'arabo torinese...
E' una lingua parlata, non è necessario imparare l'alfabeto arabo, e la grammatica del marocchino è molto più semplice di quella dell'arabo classico...
Il corso è principalmente rivolto agli operatori ASAI e a tutti coloro che per vari motivi entrano in contatto con la più importante comunità araba di Torino.

Per informazioni:
telefonare a Emanuele: 3384707839;
e scrivere a: fabrizio.maniscalco@asai.it

 

La lingua dei marocchini


Qual è la lingua dei marocchini?
"E' la darija, per il 95%; lo è pure l'amazigh, che è parlato dal 30% della popolazione, ma all'interno di questa percentuale la maggior parte parla anche darija. Ci sono quindi due lingue ufficiali, ma bisognerebbe cominciare ad insegnare, a partire dalla scuola primaria, nella lingua materna che è la darija. Come si fa a  pretendere che un bambino impari in una lingua che non parla? Da quando vede la luce e persino nel ventre materno il bebè ascolta suoni in darija. Tutti i bambini pronunciano le prime parole e ripetono quanto ascoltano in darija e non certo nell'arabo classico! Quando fin dall'inizio della sua carriera scolastica gli chiediamo di esprimersi in un'altra lingua, che pur essendo arabo non è la lingua parlata, stiamo destabilizzandolo. Ed è per questo che alla fine i nostri giovani non padroneggiano bene nè l'arabo nè alcuna altra lingua". Così sostiene Noureddine Ayouch, presidente fondatore di Zakoura Education. Che aggiunge caustico, di fronte alla critica di chi per motivi identitari e religiosi difende l'insegnamento nelle scuole attraverso la lingua araba classica: "Non è la lingua araba che è sacra, lo è il Corano!".
Intervista tratta da Citadine, n. 192, Novembre 2013 (grazie a MariaVittoria Garlappi!)

 

HAMMAM

Hammam a Torino


Aprono, chiudono, ristrutturano, riaprono, sempre in movimento gli hammam di Torino! 

Hammam Alma, dell'associazione Alma Mater, il primo in città!
Il più famoso, con una storia associativa importante, esclusivamente femminile, è l'hammam ALMA in Barriera di Milano. Purtroppo è momentaneamente chiuso... In cerca di una nuova gestione? Ci auguriamo riapra ben presto: esso è un pezzo della nostra storia!

Il più centrale, al Dar al Hikma (centro culturale italo arabo), è l'hammam AL BAB, a Porta Palazzo, che ha riaperto nel 2013.
Ambiente accogliente con possibilità di continuare la serata al Ristorante Al Andalous (scendendo soltanto le scale, dall'hammam alla reception, poi al Caffè arabo adiacente alla sala conferenze e ancora più giù, al piano terra del ristorante!)

Hammam Al Bab del Dar Al Hikma, via Fiochetto Torino
Un piccolo e accogliente hammam non lontano dal centro, con area riservata sia per donne che per uomini, era l'hammam HERRADI in Borgo Vittoria, appena dietro stazione Dora (V. Vibò, 19/B - 10100 Torino Tel: 324/09.49.685 - Email: akherradi@gmail.com ... il sito è in aggiornamento): si poteva prenotare interamente in piccoli gruppi a prezzi accessibili! Ma aprono, chiudono, ristrutturano, cambiano gestione.... è difficile star dietro agli Hammam di Torino!


Hammam Villa 5 o Khemsa a Collegno
Quello più lontano, appena a Collegno, offre la possibilità d'ingresso misto maschile e femminile di giovedì e domenica: è l'hammam di VILLA 5.

Ultimo ad aprire in città, il piccolo hammam di via Sesia, nel cuore di Barriera di Milano, il nostro quartiere più africano: offre trattamenti estetici e massaggi all'olio di argania. E' aperto per le donne tutti i giorni tranne la domenica, quando è ad ingresso esclusivo maschile (così come due sere della settimana).
Piccolo Hammam di via Sesia 41
E non basta! Ce n'è uno nuovo, vicino a corso Racconigi: L'hammam Nour offre diversi percorsi e trattamenti per rigenerarsi con l'antica tradizione dell'hammam.
hammam Nour

lunedì 1 aprile 2013

BAZAR


Tanti bazar e negozi di prodotti tipici per la cultura del Marocco aprono a Torino, ovviamente innanzitutto intorno a Porta Palazzo, ma poi in tutta la città. Una novità molto interessante possono rivelarsi per Torino"i negozi di seddari, tappezzieri e falegnami marocchini che si sono aperti al nuovo mercato torinese, grazie alla crescente domanda di salotti tradizionali marocchini e non solo da parte di magrebini, ma anche da parte di africani di altre nazionalità e raramente persino da italiani. Si tratta di divani di gommapiuma durissima e spessa, rivestita di tessuti sgargianti e appoggiata direttamente al pavimento su altrettanto sgargianti tappeti, o su basi di legno massiccio, generalmente smaltato. Riempiono interamente nella loro lunghezza le tre o quattro pareti della stanza deputata a ricevere gli ospiti, che in Marocco è spesso molto grande e preferibilmente non una sola, mentre in Italia si devono adattare agli spazi in genere angusti degli alloggi e difficilmente arredano più di una camera, che sostituisce il salotto italiano. Possono fungere anche da comodi letti singoli. Sono ricoperti di cuscini spesso durissimi di tutte le dimensioni, sempre nelle tonalità scelte per il salone. Se ne trovano diversi esempi nel negozio di Abdelhaq, falegname e tappezziere originario di Khouribga: l'ha trasferito da poco dove c'è pure il laboratorio al n.4 di corso Brescia e prende ora il nome di 'Salone Dari' (S'dari!). Colori sgargianti, gommapiuma ricoperta di stoffa fucsia, divani azzurri e neri brillanti, tessuti vellutati arancioni, verdi, bordeaux, rossi, viola, strutture in legno smaltato lucido con decorazioni astratte, greche geometriche e floreali, mobili anche molto elaborati e barocchi, arabeschi fatti a mano, campioni di tessuto damascato quasi psichedelico, verde nero argento, viola rosa argento, arancio viola argento, rosso e oro, nero e oro...

INSIEME


Scopri Porta Palazzo è sito del Progetto The Gate a Porta Palazzo che ben racconta il vero centro, culturale, di Torino. Un mondo da scoprire e amare, soprattutto da vivere!

PORTAmiaPALAZZO è un progetto di Fuori di Palazzo associazione dei vicini a Porta Palazzo. Di sabato pomeriggio partono dallo spazio di vicinato dell'Arcabalenga, in via San G. B. La Salle 8 passeggiate alla scoperta del quartiere: visto dai vicini per i vicini e gli amici di Porta Palazzo!


Il Marocco è più vicino con gli itinerari di Viaggi Solidali. In particolare ho contribuito personalmente alla stesura di un viaggio che si avventura nel profondo sud del Paese, quasi fino al Sahara Occidentale. Marocco Estremo Sud merita per i paesaggi incredibili, del deserto e dell'oceano, ma soprattutto per gli incontri eccezionali con chi nel deserto vive e con creatività e amore cerca soluzioni solidali affinché la vita nella natura ostile sia migliore.
il paradiso ad Aguinan-Tata

STATISTICHE

in preparazione

STORIE

Chef Rubio scopre che Torino è Casablanca

Unti e bisunti 2 IV puntata  

Non a tutti piacerà che si parli di un aspetto di Torino che caratterizza il capoluogo piemontese almeno in alcuni quartieri, come Porta Palazzo: ma è un fatto straordinario che una trasmissione popolare come Unti e bisunti di DMax dia un'immagine non scontata, originale e diversa della città. Credo che sia un grosso aiuto al cambiamento, necessario, di mentalità e cultura. Grazie Rubio! E grazie alla generosità e simpatia dei marocchini torinesi!

ps: cliccando sul sottotitolo si apre il video della puntata.


Da Piazza Castello, dopo aver assaggiato un savoiardo, Rubio si sposta a Porta Palazzo e nei meandri del mercato vede Torino è Casablanca capendo che Torino è la Casablanca d'Italia. 
La prima tappa è la gastronomia, buona ed economica, a metà del primo tratto di via Cottolengo, un punto di riferimento importante per molti marocchini torinesi. Passa poi al Maghreb Al-Arabi o Grand Maghreb, dove Karim, alias Sultano, lo immerge in piatti 'rudi' e quasi lo conquista. Purtroppo da Sfenaj, a Stella 25 Rubio assaggia soltanto dei churros, più spagnoli che marocchini (ma sappiamo quanto la Spagna sia vicina al Marocco e quanto il Marocco del nord sia culturalmente vicino all'Europa, e viceversa) e non gli squisiti sfenj. Dar al Hikma e Dolci arabi le tappe successive... Per la sfida Rubio è incerto se scegliere il tagine di vitello, mandorle e prugne dei 'Marrakech' (si gioca coi nomi e coi ristoranti: il Marrakech è effettivamente il miglior ristorante marocchino di Torino, che però non compare nella puntata) del Dar al Hikma, ristorante Al-Andalous (bravissimi Fatima, Carlos l'egiziano e Mourad), oppure i 'dolci del deserto' di Yassine e Azzedine, o ancora il karain del Sultano... Tra i vapori dell'hammam, all'Herradi, decide che sarà l'agrodolce di uno dei migliori tagine della tradizione marocchina il piatto sfida. Non il cuscus, 'un piatto sacro' confida Rubio a Nezha, la magnifica cuoc-attrice che della cucina fa poesia e musica.

 

LINA e HASSAN

Lina e Hassan 2

Una bella storia al mercato dei contadini di Porta Palazzo approda al Torino Film Festival!

El lugar de las fresas di Maite Vitoria Daneris (Italia Spagna 2013).
Un documentario convincente, commovente ed efficace che si potrà vedere certamente altre volte, è passato e con successo al Torino Film Festival 

Chissà perché, ma avevo proprio scelto loro per i miei acquisti di verdura al mercato dei contadini di Porta Palazzo!

Grazie per la segnalazione a  scopriportapalazzo

 

Una laurea per la simpatia


"Mi sono laureato vendendo accendini": la straordinaria storia di Rachid
Rachid Khadiri Abdelmoula (foto di Repubblica)
A chi ha fatto code per entrare al cinema Massimo, a chi frequenta l'Università, a Palazzo Nuovo, certamente è capitato qualche volta di incrociare Rachid, della famosa famiglia Khadiri (il fratello grande Said lo si vedeva ragazzino tanti tanti anni prima fare lo stesso mestiere lungo via Po, e poi lo si è visto sul giornale quando ha acquisito la cittadinanza italiana). La simpatia e la spontaneità nel relazionarsi rende Rachid immediatamente amico, così che pare di conoscerlo da sempre... e poi ti ricorda magari quando sei stato giovane e vedevi già suo fratello vendere fazzoletti e collanine attorno a Palazzo Nuovo e ti sembra che il tempo non passi... Salvo scoprire che anche lui, nel frattempo, si è laureato, ed è ora ingegnere!

 

Aouita

Tutte le sere di Ramadan è piacevole unirsi ai ragazzi che prendono il fresco attorno ad un buon narghilè in uno dei tanti caffè marocchini vicini a Porta Palazzo. Si beve molto e si chiacchiera con la dovuta tranquillità, per riprendersi dal caldo del giorno trascorso al lavoro e, per chi lo pratica, dalla giornata di digiuno.
Tutti qui conoscono Aouita. Corre corre Aouita, come già il campione di mezzofondo marocchino Said Aouita, che precedette Hicham El Guerrouj per velocità e fama internazionale... Vestito da atleta percorre i suoi 1500 metri portando con grande equilibrio sulla testa il secchiello di mandorle tostate e salate: distribuisce sacchettini colorati pieni di mandorle e dispensa insieme battute a non finire, cambiando registro a seconda dell'interlocutore: passa dal marocchino all'italiano e nel tono comico recita la sua parte di intrattenitore: "Una di mattina e una di sera e non bere acqua!" recita solenne mentre serve direttamente al  tavolino le mandorle. "Con queste potrai siliconare meglio questa notte", sostiene sorridente, confermandone le proprietà afrodisiache...
Ride e fa ridere Aouita. Rivela che vendendo mandorle s'è comprato il motorino e ride ancora e tu con lui.
L'hanno multato, l'abusivo delle mandorle tostate e salate, 5000 euro di multa dice, e ammette: "sono andato a cercarmela, gliele ho vendute sotto il naso ai vigili!". Tant'è, adesso non va più col carrozzino pieno zeppo e porta invece borsa e secchiello, più maneggevoli in caso di improvviso scatto, per una corsa ancora.


Ragazzi tranquilli

Tra i marocchini di Torino sono tanti i giovani che vivono la città un po' nascosti, cercando di evitare i luoghi dello spaccio o della vita notturna dove può capitare che alcuni marocchini diano brutti esempi: “Per divertimento, vado in giro, vado a pescare o nuotare al fiume, o passo pomeriggi al caffè con gli amici. Almeno un terzo dei giovani marocchini non ama la discoteca. In tanti non fumiamo e non beviamo alcolici. Ci comportiamo così anche per evitare di trovarci in mezzo a guai creati da altri, dagli spacciatori o dai piccoli ladri, come capita ai Murazzi lungo Po”, chiarisce Jamal, che lavora di notte in un panificio e dunque ha poco tempo per i passatempi della 'Torino da bere'. E' di Khouribga, il suo amico Rachid di Oued Zem. A Torino frequentano soltanto gli amici del paese d'origine e al massimo gli amici degli amici. Entrambi lavorano in nero. Jamal ha potuto regolarizzarsi con un matrimonio bianco; ora è in difficoltà, vorrebbe sposarsi finalmente per amore, ma deve aspettare i tempi del divorzio... Il più giovane è ancora clandestino, ma ha la fidanzata qui, una marocchina laureata e senza velo (“Non le chiederò di metterlo, è una sua scelta”, dichiara convinto). Jamal ha una giovane fidanzata a Oued Zem, in Marocco. La vede poco e dunque ha risolto il problema frequentando una ragazza anche a Torino, sempre marocchina. La fidanzata che lo aspetta in Marocco è brava, dice, e l'ha trovata nell'ambito famigliare, ma non l'ha scelta sua madre, come invece capita spesso in quella provincia: “perché la madre sceglie sempre il bene del figlio”. E Jamal cita allora a proposito un proverbio marocchino: “Bnadem lli tacrfu hsen men lli matacrfuch” ovvero “La persona che conosci è meglio di quella che non conosci”, più o meno la versione magrebina del più volgare: “Mogli e buoi dei paesi tuoi”...

da Torino è Casablanca

 

La storia di Noureddin

Sono i giardini di via Alimonda. forse una delle zone più critiche della città, dove si concentrano vari progetti di recupero sociale. Il giardino appare all'opposto vivace e allegro, pieno di vita, di bambini di tutte le nazionalità ma italiani, di genitori macedoni, marocchini, egiziani, romeni, cinesi... Qui è il vero melting pot torinese, pare ci siano proprio tutte le centosessanta nazionalità (delle quasi duecento mondiali) presenti nel capoluogo sabaudo! Il giardino è lungo e stretto: nella prima parte ci sono ragazzini che giocano ed è un festoso vociare, rincorrersi di bambini, palloni e biciclette che circolano spensierati, con le mamme divise per nazionalità e lingua in piccole file ordinate tutt'intorno al campetto da gioco. Alcuni padri o i fratelli maggiori stanno un po' discosti, ma sempre vigili: i bambini possono sentirsi davvero sicuri. Non ci sono vetri rotti in terra, né bottiglie abbandonate, la spazzatura è riposta quasi tutta nei cestini e infastidisce soltanto vedere le manciate di scorze di semi rosicchiati sparse attorno alle panchine. A metà della piazza un'immaginaria recinzione divide perfettamente i due quadranti, a nord il giardino è quasi vuoto. Qui governa altra gente. Le famiglie del quartiere sono riuscite a riacquistare il controllo di metà dell'area, ma hanno dovuto lasciare terreno a chi l'aveva espugnata e la controllava da tempo, spacciatori e piccola criminalità comune.
Noureddin ed i ragazzi di via Alimonda. Foto di S. DePascalis

domenica 31 marzo 2013

IN MAROCCO



Si parte!

Marocco Estremo Sud  Prossima partenza: 22/10/2016

16 giorni tra Atlante, deserto e Atlantico, 

deserto di sabbia e segrete oasi di montagna...

Gzira Plage presso Sidi Ifni
Non si dimentica e si ritorna in questa parte del Marocco profondo, lontano e ancora in gran parte risparmiato dal turismo. Ci sono i paesaggi: i colori sorprendenti della Valle dell'Ounila, che immerge in un sogno o nel passato per come sono conservati i villaggi, le kasbe, i granai, perché sembra di entrare nel quadro di un bizzarro pittore, perché si arriva ad Ait Ben Haddou per viverla nel suo cuore di terra e paglia, restando a dormire in un albergo tutto in pisè nascosto nei suoi vicoli. C'è il deserto dorato dell'Iriki dove dormire sotto le stelle e sono troppe! E l'oasi protetta da montagne fortezza e canyon incredibili di Aguinan, un paradiso nascosto da cui non si vorrebbe partire. C'è la splendida Amtoudi, i suoi granai a nido d'aquila e le sue sorgenti tra rocce rosse, la quieta resistenza dei berberi dell'Anti Atlante.
Abbiamo tanti amici da queste parti e ogni volta incontrarli è una festa. Le associazioni di villaggio: l'accoglienza di Kasbat Zolite e di Lahoucine, nell'oasi allegra di Tata; le associazioni di donne, emancipate più che altrove a Tagmoute, una per ognuno dei sette villaggi tra le montagne disegnate da una geologia fantasiosa e un po' folle. Berberi ed arabi dal carattere asciutto come il deserto, di sabbia e di roccia.
E le cooperative di laboriosissime donne dalle mani d'acciaio, che spaccano all'infinito i gusci delle noci di argania per fare felici tantissime donne del nord, con l'olio miracoloso di questa pianta 'preistorica'!
C'è l'aria fresca e frizzante dell'oceano che spazza via le polveri del deserto e un po' irrita, perchè i paesaggi desertici sono fiabeschi e il mare sembra più normale: ma cela anch'esso tesori inimmaginabili, come la laguna di Nayla, circondata d'alte dune e protesa verso Finis Terrae... O Gzira Plage ad Ifni, dove si susseguono stupendi archi di roccia rossa... Senza contare le turistiche, ma preziose Essaouira, bianco azzurra regina dei venti alisei, e Marrakech, la rossa capitale del sud. Sull'Oceano anche le emozioni riposano e sedimentano nel viaggiatore, che se ne assume finalmente la forza e si prepara a portarsele via, per continuare a viaggiare nei tanti flash back improvvisi che ne accompagneranno la vita quotidiana...
Valle dell'Ounila, Alto Atlante

 Marocco Estremo Sud è un itinerario di 16 giorni che  conduce nel più profondo Maghreb, al confine col Sahara Occidentale, tra deserto di sabbia e di roccia, montagne dell'Alto Atlante e dell'Anti Atlante, oasi di montagna e Oceano Atlantico, spiagge e lagune (Nayla, quasi a Tarfaya, di fronte alle Canarie)...
Amtoudi, l'agadir Id Aissa

La prossima partenza di questo itinerario è il 22 ottobre, periodo ideale per visitare questo grande, estremo e stupefacente SUD! Iscriversi prima significa ottenere fantastici prezzi per i voli e quindi avere una vacanza da sogno a prezzi competitivi!

Ecco l'itinerario in sintesi. 
Si parte come sempre da Marrakech, la città rossa e frastornante della piazza Djamalfna, un tuffo nel passato e nello stesso tempo la città emblematica del turismo in Marocco. Da qui si attraversa l'Alto Atlante, passando il TizinTishka a 2200 mt. Poco prima un mercato domenicale di montagna ci conquisterà per l'atmosfera antica che vi si potrà sperimentare. Devieremo poi dalla strada principale per raggiungere la capitale dei Glaoui, tribù che dominò a lungo il sud marocchino. Da Telouet, visitata la grande residenza del Glaoui, si scenderà lungo l'Ounila, la valle dei mille colori e nonostante il turismo ancora intatta nella sua forte bellezza, per arrivare alla famosa Ait Ben Haddou (ksar di terra ocra protetto dall'UNESCO). Qui dormiremo all'interno dello ksar, in un suggestivo albergo di pisè come il resto degli edifici. Il giorno seguente si scende verso il più vero deserto, alle porte del Sahara: dopo un pranzo consumato in un salotto naturale nel palmeto di Allougoum, da Foum Zguid si raggiungono le sabbie dell'Iriki, bivaccando proprio in mezzo alle dune e scoprendo la vita dei nomadi del deserto (ancora molto numerosi da queste parti).
Il deserto ci ospita ancora per molti giorni di viaggio: oasi segrete come le splendide Aguinan e Amtoudi,  cittadine placide immerse in enormi oasi come Tata o Tissint, vallate e canyon, con la scoperta di diversi agadir, i granai collettivi fortificati in cui le tribù berbere difendevano i propri raccolti (da quelli celati lungo le falesie, a quelli abbarbicati in cima ai monti...).
E soprattutto questo sud sa offrirci l'ospitalità delle sue genti: le festose donne delle associazioni femminili di Tagmoute, gli accoglienti abitanti di Kasbat Zolite a Tata, i timidi e silenziosi berberi di montagna di Amtoudi....
Un giorno ad Aguinan, nel fresco dell'osasi nascosta da alte montagne dorate, due notti a Tata, per entrare nel vivo del viaggio con Kasbat Zolite e le donne di Tagmoute,  e una notte ancora ad Amtoudi, nel cuore di questa piccola oasi piena di meraviglie.
Dopo tanto deserto ci si rinfresca finalmente lungo l'interminabile costa atlantica: scendendo fino quasi a Tarfaya, finis terrae.... Tappa d'obbligo al fantasmagorico mercato di Goulmim, quello dei camelli, per intenderci. Raggiungeremo all'estremo sud una laguna incontaminata circondata d'alte dune dorate, la Laguna di Nayla, dormendo da un avventuriero italo-marocchino-francese che ci verserà litri di superalcolici per rifarci del lungo viaggio e delle fatiche (!?). Soggiorneremo infine nelle placidissime Ifni ed Essaouira, dalle magnifiche spiagge. Incontrando tra l'altro le splendide donne dell'argania a Imin-Tlit e visitando il mercato di Suq l-Arba, nelle campagne di Essaouira: una fantasmagorica e impressionante immersione nella cultura tradizionale e nel passato. Due notti per finire ancora a Marrakech, per visitarne i principali monumenti e goderne l'atmosfera ormai cosmopolita, e nello stesso tempo estremamente tradizionalista.
Si tratta di un itinerario in massima parte originale e non frequentato dalle orde di turisti che ormai invadono certe zone del Marocco. Un itinerario che non potrà che restarvi nel cuore, lasciando un leggero mal d'Africa, o di Marocco. Lo stesso che ha colpito me!

Chi fosse interessato/a è pregato di contattarmi scrivendo a: torinocasablanca@libero.it
Sarò ben lieto di fornire maggiori dettagli e di raccontare ancora e poi ancora questo profondo Marocco.

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Marocco del Nord: prossima partenza?

L'itinerario Marocco Nord esteso a una parte balneare di Viaggi Solidali, Marocco Grande Nord, tra Atlantico e Mediterraneo, è un'immersione nella cultura andalusa marocchina e insieme un'occasione per sperimentare le splendide spiagge delle due diversamente belle coste marocchine...
Il Marocco del Nord è infatti tra due mari, con le spiagge dorate dell'Atlantico e le piccole calette del Mediterraneo....
Peñón de Vélez de la Gomera

Tredici giorni intensi e rilassanti: 
Mausoleo di Moulay Ismail a Meknes
tra Atlantico e Mediterraneo sta il meglio dell'arte andalusa del Marocco, con città bellissime come la perla andalusa del nord, Tetouan, l'azzurra Chefchaouen, la misteriosa Ouazzane, la dolce Sefrou; e poi ovviamente l'Art Decò di Casablanca, le raffinatezze di Rabat, le atmosfere medievali di Fes e i mercati meravigliosi di Meknes; e ancora... le enclave spagnole celate lungo la costa mediterranea, la segreta spiaggia del Peñón de Vélez de la Gomera nei pressi di Al Hoceima e le altre bellissime spiagge del Mediterraneo marocchino, le montagne inesplorate del Rif, dove s coltiva il kif (marjuana)....
E' un viaggio insolito, di colori intensi e forti emozioni, che permette di sentire più vicino il Marocco, esplorando la sua parte più mediterranea ed europea.




Essaouira
Per avere informazioni maggiori e chiedermi consigli sul viaggio in Marocco non esitate a scrivermi:
torinocasablanca@libero.it


Lettere dal Marocco

La mia collaborazione con la rivista Una città

 
Nelle lettere dal Marocco, tra Torino e Casablanca, tra Venezia ed Essaouira, spingendosi spesso nel profondo sud marocchino, "il mio racconto viaggia non a caso da una nazione all'altra, da un continente all'altro, ed è pure nelle piccole vicende quotidiane, in Italia come in Marocco, che si può leggere il presente, un presente avvolgente che globalizza e nello stesso tempo frammenta".
La prima lettera racconta l'esperienza della Festa del Sacrificio a Casablanca.
Si va poi in viaggio alla scoperta del deserto scoprendolo pericolosamente piovoso, per raccontare delle donne dell'argania  , ma si parla anche di lingua marocchina, la darija e poi ancora di berberi come frontiera all'islamismo e delle politiche repressive del Regno del Marocco, che riguardano anche l'atteggiamento generale sulla questione del Sahara Occidentale... E si passa dall'Italia al Marocco per toccare argomenti scottanti, come l'apertura (o meglio la chiusura.... sic) delle moschee in Italia, raccontando di un Paese che cambia, in forte crescita, il Marocco, e di un Paese che cambia, si chiude e recede, l'Italia, dove il razzismo aumenta pericolosamente...
V'è poi anche un necessario omaggio a Mehdi Ben Barka, in occasione dell'anniversario della morte, e sono già passati cinquant'anni...
Si torna nel sud del Marocco nel numero di ottobre, per parlare ancora di Sahara e di politica locale. Novembre 2015: il ricordo di Fatima Mernissi, la grande scrittrice e intellettuale marocchina mancata il 30/11/2015. Nel numero di dicembre-gennaio si torna a parlare di Frontiere. L'infinita frontiera marocchina e le sue storie incredibili. Nell'ultimo numero, emerge un tema di discussione importante e controverso, la cosiddetta integrazione....